LA BASILICA DI SAN MARCO IN VENEZIA,
IL CAPOLAVORO DI FERDINANDO ONGANIA

L’opera di edizione fu un progetto che durò ben 12 anni, dal 1881 al 1893, e che lo stesso Ongania definì colossale. Nei primi anni venne stampato l’apparato illustrativo dell’opera in tavole sciolte, raccolte in cinque “Portafogli”, a cui si aggiunse la serie relativa al Tesoro alla quale, però, pur essendo strutturata come un portafoglio, non fu mai assegnato tale nome dall’editore. Seguirono, dal 1886, cinque volumi di testo, tre dei quali dedicati alla descrizione storico-artistica della basilica, uno relativo al Tesoro e una raccolta di documenti d’archivio, a sua volta completata da un’appendice di Fac-simili.

L’opera voleva testimoniare in modo inconfutabile la fabbrica ed i suoi apparati decorativi affinché in futuro ogni intervento di ‘restauro’ si confrontasse con la situazione documentata.

L’imponente raccolta di immagini, composta da eliografie, cromolitografi ed eliotipie, il cui totale ammonta a ben ottocentoquattro tavole, trasportava letteralmente il lettore negli ambienti e nell’atmosfera della chiesa.

Era l’illusione che Ruskin si proponeva di ispirare al suo lettore in The Stones of Venice, e cioè di trovarsi personalmente sul luogo: “Se una persona può vedere, migliaia possono immaginare”.